lunedì 27 ottobre 2025







Firenze, Sabato 8 Novembre 2025, ore 18:00



Siamo lieti di invitarvi all’inaugurazione della mostra personale di Marta Mancini dal titolo “Rarefatta”


We are delighted to invite you to the opening of Marta Mancini’s solo exhibition entitled “Rarefatta.”





Il titolo della mostra personale di Marta Mancini allestita alla Stanza 251 - “Rarefatta” - assolve molto bene il compito di introdurre lo spettatore ad una pittura di elaboratissima semplicità ed innocenza.

Se le strutture visive create da questa artista possono sembrare a prima vista improntate ad un vocabolario espressivo ridotto, questa originaria semplicità finisce per moltiplicarsi e rigenerarsi da un'opera all'altra in forme sottilmente differenti, generando un potente palinsesto di delicati rimandi ed emotive variazioni.

Ripetendo gesti fluidi- meditati molto a lungo in un limpido spazio mentale prima della loro esecuzione materiale - una serie di paesaggi astratti in forma di linea di orizzonte (tutti assai coerenti dentro un principio di serialità imperfetta) vengono tracciati con eleganza e concentrazione. Si tratta di scenari che presentano importanti variazioni nel colore e nella qualità delle vibrazioni prodotte dalla pennellata. La costruzione all'interno dello spazio della tela contiene volumetrie intrise di foschia che si sviluppano per contrasto di blocchi variabili: ora leggeri - come inserti di un cielo opaco -  altre volte più pesanti, perché gravati dal movimento di fitte ondulazioni.

Questi dipinti sono il risultato di fondamentali operazioni eseguite senza possibili pentimenti, di conseguenza ogni dettaglio deve inserirsi dentro la figura complessiva in un modo assolutamente adeguato, perché è solo attraverso poche e definitive azioni che si realizza l'immagine finale.

Morbide linee delimitano margini attraversano i panorami evocati, creando un doppio effetto: movimenti di materie cromatiche in scorrimento si confrontano con impalpabili spazi di grande densità. Le opere di Marta Mancini ospitano questa dualità tra movimento ed immobilità con delicatezza e parsimonia. Ovunque regna un principio di sobrietà: l'utilizzo di minimi mezzi espressivi per ottenere un risultato emozionante.

Mi pongo una domanda guardando questi dipinti: sono silenziosi o rumorosi ? Credo che custodiscano una cifra segreta. Sono dispositivi che permettono di visualizzare il silenzio. Davanti a questi paesaggi romantici sembra che le nostre facoltà visive siano acuite, ma anche, paradossalmente, sembra di riuscire ad ascoltare meglio. E cosa ascoltiamo? Un silenzio declinato in molte specifiche caratteristiche: corposo, lieve, vibrante, avvolgente. Un riferimento musicale per questo tipo di pittura potrebbe essere l'ambient music di Brian Eno. Non mi pare fuori luogo definire quella di Marta Mancini come una pittura d'ambiente, quindi atmosferica, vaporosa, attraversata da fremiti ed increspature che costruiscono una finissima tessitura. La sua è una disciplina pittorica tanto più efficace quanto meno prepotente risulta sul piano visivo: minore il numero degli elementi in gioco, più convincente è il suo fascino. Il gesto di questa artista tende a purificare la visione da indesiderabili scorie. La presenza dei dettagli sovrani illumina la figura complessiva e determina linee di confine delicate e definitive.


Stefano Loria



The title of Marta Mancini's solo exhibition at Stanza 251 - "Rarefatta" - perfectly introduces viewers to paintings characterized by elaborate simplicity and innocence.

While the visual structures created by this artist may at first glance appear to be based on a limited expressive vocabulary, this original simplicity ends up multiplying and regenerating itself from one work to another in subtly different forms, generating a powerful palimpsest of delicate references and emotional variations.Repeating fluid gestures—long meditated upon in a clear mental space before their material execution—a series of abstract landscapes in the form of a horizon line (all very consistent within a principle of imperfect seriality) are traced with elegance and concentration. These are scenarios that present significant variations in color and in the quality of the vibrations produced by the brushstroke. The construction within the space of the canvas contains volumes imbued with mist that develop by contrast with variable blocks: sometimes light—like inserts of an opaque sky—other times heavier, because they are burdened by the movement of dense undulations.

These paintings are the result of fundamental operations carried out without any possibility of repentance, so every detail must fit into the overall picture in an absolutely appropriate way, because it is only through a few definitive actions that the final image is realized.Soft lines delimit margins and cross the evoked landscapes, creating a double effect: movements of flowing chromatic materials are confronted with impalpable spaces of great density. Marta Mancini's works accommodate this duality between movement and immobility with delicacy and parsimony. A principle of sobriety reigns everywhere: the use of minimal means of expression to achieve an exciting result.

I ask myself a question when looking at these paintings: are they silent or noisy? I believe they hold a secret code. They are devices that allow us to visualize silence. In front of these romantic landscapes, our visual faculties seem to be heightened, but also, paradoxically, we seem to be able to hear better. And what do we hear? A silence that takes on many specific characteristics: full-bodied, light, vibrant, enveloping. A musical reference for this type of painting could be Brian Eno's ambient music. I do not think it is out of place to define Marta Mancini's painting as environmental, therefore atmospheric, vaporous, crossed by tremors and ripples that construct a very fine texture. Hers is a pictorial discipline that is all the more effective the less overbearing it is on a visual level: the fewer the elements at play, the more convincing its charm. This artist's gesture tends to purify the vision of unwanted debris. The presence of sovereign details illuminates the overall figure and determines delicate and definitive boundary lines.


Stefano Loria


Marta Mancini è nata a Jesi, dove vive e lavora. Dopo essersi diplomata all'Accademia di Belle Arti di Urbino in Pittura, espone le sue opere in numerose mostre collettive e personali. Il suo studio si trova nel centro storico di Jesi, in un’antica bottega orafa all’interno del Chiostro Sant’Agostino.



Marta Mancini was born in Jesi, where she lives and works. After graduating from the Academy of Fine Arts in Urbino with a degree in Painting, she exhibited her works in numerous group and solo exhibitions. Her studio is located in the historic center of Jesi, in an ancient goldsmith's workshop inside the Chiostro Sant'Agostino.


Stanza 251, via del Drago d’Oro 4/rosso Firenze

dal Lunedì al Sabato ore 16:00 - 19:30

info@stanza251.com





martedì 21 ottobre 2025

 botany 2025


olio su tela, cm 80x60













olio su carta, cm 35x25








olio su tela, cm 30x40





olio su carta, cm 60x80






olio su tela, cm 20x20 cad.



olio su tela, cm 20x40 dittico


olio su tela, cm 20x20







[...] un delicato erbario cromatico che si riverbera sulla tela  e sulle carte: il bianco opalescente e sorgivo della linfa, quello striato di grigio di certe cortecce, il verde acerbo dei germogli, quello maturo dell’olivo o quello brumoso dei boschi, i rosa pallidi e setosi dei petali avvolti da rugiada, il tono ambrato della resina di pino, le ocre e gli aranci smorzati delle foglie d’autunno, il nero quiescente dei semi. [...] 
Martina Majolatesi

lunedì 8 settembre 2025

BOTANY_di luce e ombra

dal 4 al 19 ottobre 2025

COWOJ Jesi



Si diventa intimi al mondo dando del tu ad una foglia, al suo cospetto s’impara a delineare per poi liberare le forme, a respirare l’ombra e la luce, a tessere con loro una leggera danza. 

È L’ombra di una foglia a condurci dalle metafisiche arcate del chiostro di Sant’Agostino, dove si risvegliano i  battenti dello studio di Marta, alla corte di Palazzo Ghislieri, per poi varcare, confusa con le nostre,   la soglia di vetro e sorvolare le antiche volte che ospitano la mostra   BOTANY_ di luce e ombra. È al silenzio di questa piccola ombra in movimento che  Alberto Pedri affida il racconto e la scoperta del suo lavoro e di quello di Marta Mancini, intrecciati nei rimandi e nei significati profondi come i rami di un albero. È proprio dai rami di un bosco  che Marta, ovvero il suo doppio d’ombra, la raccoglie per farla giocare con i  vorticanti pulviscoli  di un occhio di luce che  illuminano il suo volo  tra i quadri appesi,  lasciandola poi  riposare nelle eteree quinte di carta di Alberto. In questi veli, che ondeggiano dolcemente al nostro passaggio,  sono  state contornate,  dipinte e in parte tagliate a metà o del tutto le foglie raccolte da Alberto nel  giardino di casa, il risultato è  un moltiplicarsi di ombre che si rispecchiano nei vuoti e nelle pieghe dei ritagli, un’incantata pioggia di foglie di lillà, di quercia,  d‘acero e d’acacia, che smaterializza lo spazio interno ricamandolo di ombre, compresa quella di Alberto che firma così la sua opera. Siamo dentro una dimensione contemplativa e di gratitudine  verso la varietà che la Natura sa sprigionare anche sotto un piccolo ritaglio di cielo .

Marta compie un percorso analogo mettendosi in risonanza con la campagna che la circonda, captandone i suoni, gli umori, gli odori, entrando in sintonia con la forza e la fragilità, accordando la sua tavolozza ai colori che schiudono le stagioni; ne nasce un delicato erbario cromatico che si riverbera sulla tela  e sulle carte: il bianco opalescente e sorgivo della linfa, quello striato di grigio di certe cortecce, il verde acerbo dei germogli, quello maturo dell’olivo o quello brumoso dei boschi, i rosa pallidi e setosi dei petali avvolti da rugiada, il tono ambrato della resina di pino, le ocre e gli aranci smorzati delle foglie d’autunno, il nero quiescente dei semi. Colori che si mescolano ai suoi  vaghi azzurri che sanno di cieli ombrati da nuvole o di specchi d’acqua leggermente increspati. Ora la sua pennellata si fa scudo poche volte di una materia turgida e coprente più spesso scorre liquida sul supporto, vi si adagia o improvvisa un segno incustodito che si sottrae lasciando un graffio, una selvatica scia. In maniera inattesa Marta si arresta a volte su tagli obliqui e asimmetrici che lasciano nuda la carta, il vuoto è cornice e finestra di luce che risalta il velo pittorico, lo sospinge verso chi guarda o lo allontana, creando slittamenti,  prossimità e distanze.

Come scriveva Bruno Munari, un altro curioso osservatore bambino del mondo vegetale, della luce e

dell’ ombra, occorre “sentire qualcosa che ci fa muovere la mano”, Alberto e Marta in Botany lo sentono.

 

MARTINA MAJOLATESI 















ph Francesca Tilio







EXIBART | Botany_di luce e ombra



domenica 15 giugno 2025

leporello ∞

una storia d'amore


Il leporello è un tipo di album composto da un’unica striscia di carta ripiegata su se stessa a fisarmonica.
Senza il limite della singola pagina del libro tradizionale, questo formato propone una lettura senza interruzioni, come un lungo piano sequenza cinematografico.



Ho voluto raccontare attraverso un leporello, che contiene otto opere su carta, una storia d'amore: 
quella di Olga e Alessandro.

Un viaggio di incastri perfetti
momenti senza tempo
infiniti, come il loro sentimento.










































ph Eleonora Rinaldi fotoSintesi


domenica 19 gennaio 2025


La STANZA251

ospita alcuni dipinti di Marta Mancini

Opere astratte di piccolo formato ma di grande impatto visivo.

Orizzonti leggeri, visioni delicate ma super affascinanti.
















Morbide linee di orizzonte attraversano lo spazio della tela, creando un movimento dolce ed uno spazio incantato. 
Le opere, attualmente esposte nel Ridotto della STANZA251 sviluppano una dualità tra movimento ed immobilità, ma è un contrasto sviluppato con grande delicatezza e parsimonia. Regna un principio di sobrietà: l'utilizzo di minimi mezzi espressivi per ottenere un risultato emozionante.



Stanza251, via del Drago d'Oro 4/r, Firenze.
Orario: 16.00-19.30
info@stanza251.com